ENTROPIA & VERA DI LECCE..TRA ELETTRONICA, POP ED ETNO MUSIC
Ott 10, 2020, 11:30 Am
ENTROPIA & VERA DI LECCE – FRAGMENTS (ECLECTIC PRODUCTIONS)
Entropia & Vera di Lecce (ex cantante di Nidi D’arac), in Fragments fanno una impressionante carrellata in mondi e mood diversi dell’elettronica (ambient, techno, acid, etno), tenendo a mente le lezioni di Brian Eno e degli Orb (che rieccheggiano in diversi brani), con in più dalla loro la voce sognante e ipnotica, a tratti pop, di Vera. Un bellissimo tributo al mondo dell’elettronica.
Quando avete iniziato a fare musica?
Entropia: usando questo naming dal 1996, in realtà siamo in attività dalla metà degli anni ’80 con numerosi progetti legati alla new wave, al jazz e alla musica sperimentale. Dal decennio successivo abbiamo iniziato ad operare nel settore elettronico, con l’ondata techno che ha caratterizzato quegli anni e in particolare la città di Roma.
Vera di Lecce: Essendo figlia d’arte (i miei avevano una compagnia di teatro sperimentale), sono cresciuta con musica e danza. Dopo un periodo con Arakne Mediterranea (compagnia di danze e canti popolari salentini, fondata da mio padre Giorgio Di Lecce), sono entrata nel gruppo di world music Nidi D’Arac (2003). Nel 2010 ho iniziato a sperimentare con i loops e da quel momento ho proseguito con il mio progetto solista.
Con quali artisti siete cresciuti?
Entropia: siamo cresciuti ascoltando innumerevoli artisti, dai King Crimson ai Kraftwerk, dai Gentle Giant a Brian Eno, passando per Miles Davis, Tangerine Dreams, Area, Gong, Pink Floyd, Yes, Tuxedomoon, Ultravox, Japan, Sakamoto, Vangelis, Talking Heads, Television, Funkadelic, David Bowie.
Vera di Lecce: Pink Floyd, Radiohead, Billie Holiday, Battiato, David Bowie, Bjork, Patti Smith, Laurie Anderson per citarne alcuni, in generale ho sempre spaziato tra musica psichedelica, world music, elettronica, jazz e sperimentazione in generale.
Come nasce la vostra musica?
Entropia: la nostra musica nasce dall’esplorazione dei linguaggi e dalla contaminazione. Ci interessa miscelare idee di matrici diverse in un unico lessico.
È dagli anni ’90 che cerchiamo di amalgamare espressioni musicali diverse con l’elettronica nel tentativo di dare una raffigurazione originale del presente.
Vera di Lecce: Cerco di fare tesoro di tutte le mie esperienze musicali (jazz, musica popolare, elettronica) per creare, o meglio, ricercare una mia identità artistica che riesca ad amalgamarle tutte.
Quali sono le vostre fonti d’ispirazione?
Entropia: sono molteplici, spesso ci ispiriamo a idee visuali o letterarie. Ci capita spesso di collaborare con artisti di altre discipline e lavorare su un concept preciso, seguire quindi un tema e dover accompagnare una narrazione. In questo caso ci siamo ispirati ai possibili accostamenti fra i nostri suoni e il perimetro nel quale si muove Vera nei suoi.
Vera Di Lecce: Vale anche per me, un viaggio in metropolitana, una lettura, un quadro o il vento tra le foglie degli alberi, qualsiasi forma di esperienza è una possibile fonte di ispirazione.
Di cosa parla la vostra nuova avventura musicale?
Entropia & Vera Di Lecce: Crediamo sia un viaggio. Un percorso che unisce più binari: l’antico, il contemporaneo, lo sconosciuto. La voce della poetessa Saffo fluttua su un tappeto elettronico tra glitch e chitarre synth, così le sue parole assumono un nuovo significato, un messaggio di inclusione, trasformazione e possibilità.
Quali sono i generi in cui spaziate nella vostra produzione?
Entropia & Vera Di Lecce: Psychedelia, elettronica, jazz, musica tradizionale.
Cosa ne pensate dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
Entropia: i social sono uno strumento importante per comunicare direttamente con gli ascoltatori, hanno il difetto di essere un immenso territorio sterminato in cui vivono milioni di profili indistinti. In un contenitore cosi affollato i tempi di fruizione delle informazioni sono rapidissimi, si è invasi di input di tutti i generi e avere una comunicazione esaustiva non è sempre semplice.
Vera Di Lecce: Credo che i social siano un ottimo strumento per promuoversi e creare un contatto diretto non solo con i fans ma anche tra artisti. Molte collaborazioni, almeno per quanto mi riguarda sono nate attraverso il web. Trovo anche che superare la distanza tra musicista e ascoltatore sia un buon modo per entrambi di confrontarsi e stimolarsi, di condividere l’arte in maniera semplice e immediata.
Cosa non deve mai mancare in un brano che ascoltate e in uno che scrivete?
Entropia: Un’idea portante che colpisca. Un elemento di originalità che lo caratterizzi.
Vera Di Lecce: La spontaneità, la ricerca, la sperimentazione.
ancora interviste con Vera Di Lecce
INTERVISTA CON ENTROPIA & VERA DI LECCE
Entropia & Vera di Lecce (ex cantante di Nidi D’arac), in Fragments fanno una impressionante carrellata in mondi e mood diversi dell’elettronica (ambient, techno, acid, etno), tenendo a mente le lezioni di Brian Eno e degli Orb (che rieccheggiano in diversi brani), con in più dalla loro la voce sognante e ipnotica, a tratti pop, di Vera. Un bellissimo tributo al mondo dell’elettronica.
come definiresti con quattro aggettivi la tua/vostra musica?
Entropia e Vera Di Lecce: surreale, introspettiva, sperimentale, futurista
Come si intitola la tua/vostra ultima fatica discografica e come è stato il percorso di produzione della stessa?
Entropia: Il titolo è “Fragments” ed è un E.P. composto da quattro brani realizzato e scritto con Vera di Lecce. In un primo tempo abbiamo abbozzato alcune idee strumentali pensate appositamente per un intervento vocale di Vera. Abbiamo costruito un sound di base utilizzando sia le nostre tipiche timbriche elettroniche che strumenti più “tradizionali” come la chitarra elettrica “trattata” e chitarra synth, esperimenti di convergenza fra suono digitale e analogico, che conduciamo fin dagli anni ’90. L’idea era quella di generare un’atmosfera di psichedelia digitale. Poi si è inserita Vera con un concept letterario e con le sue sperimentazioni vocali. Un incastro che ha funzionato molto bene.
Vera di Lecce: Proseguo specificando che i “Frammenti” non sono altro che scritti della poetessa greca Saffo tradotti in inglese e musicati partendo appunto dalle suggestioni elettroniche di Entropia. E’ stato molto interessante amalgamare versi antichi a glitch e assoli di voce distorta. Ad incorniciare il tutto, le avvolgenti e trascinanti chitarre synth di Alex Marenga.
Se ti chiedessi quanta gente “mi porti” ad un tuo concerto, come reagiresti?
Entropia: non facciamo né i pr, né booking, né gli organizzatori.
Quando abbiamo organizzato eventi come “Calcatronica” abbiamo portato migliaia di persone anche con line up di sconosciuti. Ma come autori non è il nostro mestiere preoccuparci di “portare la gente”.
Vera di Lecce: Perfettamente d’accordo.
Quanto sono importanti i social per la tua/vostra musica?
Entropia: molto importanti. Ci permettono di tenere in piedi una relazione diretta con il pubblico. Purtroppo l’altra faccia della medaglia è che per avere visibilità in rete sono necessari investimenti economici che non sempre è possibile assicurare. Ma i social sono una forma di community nella quale è possibile diffondere informazioni molto più facilmente che attraverso sistemi più tradizionali.
Vera di Lecce: Anche per me vale lo stesso. Una volta trovata una modalità personale di approcciarsi ai social, al pubblico arriva, e i risultati sono tutt’altro che trascurabili. E’ magnifico essere a contatto diretto con i fans e con altri artisti, con cui spesso nascono collaborazioni proprio grazie al web.
A quanti concerti di musica di altri artisti indie sei stato negli ultimi sei mesi e cosa ne pensi dell’underground indipendente?
Entropia: se non calcoliamo il periodo COVID direi nei sei mesi precedenti all’emergenza almeno una ventina, allargando il perimetro “underground indipendente” a settori che non sempre vengono considerati tali pur essendo sia underground che indipendenti come l’elettronica o la musica sperimentale. Il panorama italiano degli ultimi cinque anni è in mutazione, sono emersi nuovi filoni, nuovi esperimenti e contaminazioni interessanti che vanno dalle sperimentazioni chitarristiche di Sara Ardizzoni al crossover culturale di I Hate My Village, ma accediamo via social a moltissimo materiale di nuovi artisti creativi come la violoncellista Martina Bertoni o il chitarrista Frank Martino.
Vera di Lecce: Su Roma credo ci sia un bel giro di elettronica e sperimentazione soprattutto nel quartiere Pigneto. Tra house concerts e piccoli eventi devo dire che il fermento c’è, e locali come il Fanfulla, il Klang e il 30 Formiche accolgono molti artisti anche dall’estero. I posti ci sono e l’interesse non manca, sono positiva sul futuro della musica indipendente. C’è anche da dire che durante la quarantena è stato possibile “andare ai concerti online”, e abbiamo così avuto accesso a moltissima produzione di qualità da tutta Italia.
https://www.fattitaliani.it/2020/10/entropia-vera-di-lecce-presentano.html?m=1&fbclid=IwAR3KvcLtaQpdla2XsaxWZugRPxF45RtZqjaUTGzPmOI07J1O-mh0mAl3kgo
Entropia & Vera di Lecce presentano “Fragments”: un mix elegante e accattivante per un pubblico eterogeneo
Entropia & Vera di Lecce (ex cantante di Nidi D’arac), in Fragments fanno una impressionante carrellata in mondi e mood diversi dell’elettronica (ambient, techno, acid, etno), tenendo a mente le lezioni di Brian Eno e degli Orb (che rieccheggiano in diversi brani), con in più dalla loro la voce sognante e ipnotica, a tratti pop, di Vera. Un bellissimo tributo al mondo dell’elettronica. L’intervista.
Parlateci del nuovo album. Che impronta avete voluto dargli?
Entropia: È una collaborazione nella quale abbiamo realizzato a più mani con Vera di Lecce dei brani partendo da delle idee elettroniche con una forte ispirazione psichedelica. Volevamo creare delle atmosfere sospese e sognanti pur impiegando sequenze ritmiche sempre molto contenute che non deviassero troppo verso territori dance. Inoltre volevamo mettere in campo anche l’uso delle chitarre filtrate elettronicamente e dei guitar synth terreno che percorriamo da molti anni.
Vera di Lecce: La produzione ha avuto un ritmo molto fluido data l’intesa artistica nata qualche anno fa. Le parti musicali di Entropia mi hanno subito ispirato e mi hanno fatto pensare ad un possibile intreccio tra elettronica contemporanea e suggestioni antiche, per cui ho scelto alcune poesie di Saffo tradotte in inglese. Il risultato è il nostro “Fragments”. Abbiamo alternato gli assoli di chitarra synth di Alex Marenga ai miei di voce distorta, e lavorato su diverse timbriche vocali, “frammentando “ e ricomponendo, esplorando e osando, ricercando un mix elegante e accattivante, che potesse intrigare un pubblico eterogeneo.
Quali sono i vostri cantanti di riferimento?
Entropia: i nostri riferimenti sono innumerevoli e partono dal blues, dal jazz, dal rock anni 70 fino all’elettronica sperimentale. Per fare dei nomi quasi casuali possiamo dire Brian Eno, Miles Davis, Kraftwerk, Neu!, King Crimson, Area, Bill Laswell, Aphex Twin, Herbie Hancock, Pat Metheny, David Bowie e Autechre.
Vera di Lecce: Mi associo agli ascolti di Entropia e aggiungo Laurie Anderson, Bjork, Fever Ray, Billie Holiday e Patti Smith tra le voci femminili che mi hanno ispirato. Anche la musica tradizionale e le atmosfere dark sono parte della mia produzione attuale, che va a fondersi con la sperimentazione elettronica.
Qual è l’esperienza lavorativa che più vi ha segnato fino ad ora?
Entropia: Ci sono stati vari momenti della nostra carriera partendo dagli anni ’90, che ci hanno condizionato molto. Forse la presentazione alla Knitting Factory a Hollywood del nostro disco americano “The Eclectic Ultimate Cinedelic Experience (Funky Cops & Hard Boiled Girls)” del 2005 che ci ha dato il polso delle nostre potenzialità sul mercato internazionale.
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foto di Lau Chourmo |
Vera di Lecce: Considero importante tutto il mio vissuto musicale e credo che ogni esperienza abbia la sua validità, tuttavia l’incontro artistico con Kaki King nel 2010 mi ha lasciato tanto. Ha creato delle atmosfere magnifiche per il mio spettacolo di performance in musica “Re-Chords”, al Circolo degli Artisti, davvero molto stimolante.
Invece quella mai fatta e che vi piacerebbe fare?
Entropia: probabilmente la serie di date sospese ad aprile causa Covid nelle gallerie d’arte degli Hamptons a New York all’interno di alcune performances “sinestetiche” con il progetto “SignOfSound” di Fabiana Yvonne Lugli.
Vera di Lecce: Sicuramente mi piacerebbe lavorare di più all’estero, sperimentare con artisti di altre culture.
Progetti futuri?
Entropia: l’emergenza covid ci ha costretti a rivedere le modalità di proposizione dei nostri lavori specialmente ora che si avvicina la stagione al chiuso, credo che privilegeremo le piccole esibizioni o le possibilità del multimediale e dello streaming.
Vera di Lecce: Per il momento sto lavorando ad un nuovo album, e presto pubblicherò un singolo autoprodotto, per quanto riguarda le collaborazioni (Entropia e Cesare Basile) sicuramente si opterà per concerti a posti limitati o dirette streaming.